La storia del fax alla Camera non è come ve l’hanno raccontata

Non è vero che durante l’esame in aula della legge di Bilancio è stato usato il fax per comunicare con i deputati 
Pagella Politica
Negli scorsi giorni è circolata molto la notizia secondo cui, durante l’esame alla Camera della legge di Bilancio, sarebbe stato utilizzato il fax come strumento interno di comunicazione, suscitando le critiche dei partiti all’opposizione. «Ecco perché volevano abolire lo Spid. Stanno tornando al fax. A quando il ritorno ai gettoni telefonici?», ha scritto su Twitter il 24 dicembre il leader di Italia viva Matteo Renzi, retwittando un video in cui si vede il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia) dire all’aula che il termine per la presentazione dei cosiddetti “subemendamenti” «è stato comunicato» ai deputati «via fax». Il filmato si conclude con l’intervento del deputato di Italia viva Luigi Marattin, che dice sorridendo: «Ancora il fax usate? Ma questa è bellissima!». 
In realtà, come hanno spiegato a Pagella Politica fonti interne alla Camera, non è stato usato nessun fax. Procediamo con ordine, per capire come è nata la confusione intorno a questa storia.

Che cosa è successo in aula

Nella serata di venerdì 23 dicembre, l’aula della Camera ha iniziato la votazione sul disegno di legge di Bilancio, protrattasi poi per tutta la notte, con vari momenti di protesta da parte dei partiti all’opposizione del governo Meloni. Il disegno di legge di Bilancio, composto da 21 articoli dopo l’esame in Commissione Bilancio, è stato votato dai deputati in aula articolo per articolo. Sull’articolo 1, quello in cui sono confluite tutte le misure principali della legge di Bilancio, il governo ha posto la questione di fiducia, approvata dalla Camera con 221 voti favorevoli e 152 contrari. Gli articoli dal 2 al 21 riguardavano invece le previsioni di spesa dei singoli ministeri. Durante la nottata, sono stati discussi e votati anche vari ordini del giorno.

Un momento di tensione ha riguardato i subemendamenti, ossia le modifiche che i partiti di opposizione potevano presentare a due nuovi emendamenti proposti dal governo per modificare ulteriormente il disegno di legge di Bilancio. In aula, il deputato Marattin ha detto al vicepresidente Mulè che al suo partito non risultava fosse stata comunicata la scadenza per presentare subemendamenti. E lì Mulè gli ha risposto che il termine era stato comunicato ai presidenti dei gruppi parlamentari nel pomeriggio «via fax», ricevendo le critiche di Marattin e del deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Marco Grimaldi. «Adesso va bene tutto, volevate togliere il Pos, volete togliere lo Spid e ci mandate le cose via fax! Ma dove si è mai vista questa cosa, ma dove si è mai vista?», ha dichiarato Grimaldi, ricevendo applausi dai partiti dell’opposizione.

No, il fax non è stato usato

Subito dopo, in aula Mulè ha aggiunto che, «a parte il fax che è stato mandato, è stata inviata una email» per comunicare il termine per la presentazione dei subemendamenti. Lo stesso vicepresidente della Camera, il 25 dicembre, ha criticato su Facebook il video rilanciato sui social da Renzi, perché non mostra la parte in cui ha detto all’aula della Camera che era stata usata anche l’email per comunicare con i deputati.
Il video dello scambio integrale in cui si nomina anche «il fax», che in realtà non è mai stato mandato.
«Il video postato dal senatore è come un film del quale si proietta solo l’inizio e non la fine: pochi secondi dopo il segmento “postato”, infatti, dalla presidenza si dice e si dimostra che le comunicazioni tra Camera (non governo) e gruppi parlamentari avvengono e sono avvenute anche in questo caso, com’è normale, in formato digitale e dunque via mail», ha scritto Mulè. «Il riferimento al “fax” è legato a un banalissimo errore di comunicazione durante la foga della seduta notturna (durata dodici ore) tra i funzionari e chi presiedeva l’aula in quel momento: un errore corretto, ripeto, pochi secondi dopo».

La versione di Mulè è stata confermata a Pagella Politica da fonti interne alla Camera: non è stato inviato nessun fax per comunicare ai gruppi parlamentari il termine per la presentazione dei subemendamenti. Per la comunicazione è invece stata utilizzata la piattaforma interna digitale della Camera. Il fatto che sia stato nominato il fax nasce da un errore di comunicazione avvenuto tra gli uffici della Camera e la Presidenza della Camera, in quel momento presieduta da Mulè. L’errore nel nominare il fax, hanno spiegato a Pagella Politica fonti interne alla Camera, è stato dovuto alla «concitazione del momento».

Al di là del mezzo utilizzato, alcuni deputati dell’opposizione, tra cui gli stessi Marattin e Grimaldi, hanno comunque criticato le tempistiche e la procedura scelte dal governo, dicendo che non hanno avuto tempo per formulare i subemendamenti.

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